Accadde
più di settant’anni fa.
Aveva
piovuto tutta la santa giornata. Poi verso sera spiovve. Il freddo era rimasto,
intenso, pungente. Le misere lampade pubbliche a mala pena rischiaravano brevi
tratti delle stradine di Ibla. A sinistra, salendo, laterale alla Chiesa di San
Tommaso Apostolo, un'insegna nera, dalle rosse lettere traforate, avvisava i viandanti che quella era la "Locanda Volpo”.
Due
figure femminili: mia Nonna (Antonina Figliuoli) e mia Madre (Maria Spatuzza)
varcavano il cancello che immette nella “filora”. Incuranti dell’inclemenza del
tempo, strettamente avvolte nei loro scialli neri, braccio sotto braccio
certamente per trasmettere l’una all’altra un po’ di sicurezza e di calore,
avanzavano a passi lenti lungo i viali, dirette alla “fiuredda” della Madonna
della Luce, protettrice delle partorienti.
Il
vento freddo sferzava in loro tutto ciò che gli scialli non coprivano: gli
occhi.
Avanzavano
lentamente in un buio pesto da tagliarsi
con un coltello: in quel tempo “a filora” era priva di un qualsiasi accenno di
pubblica illuminazione.
Avrebbero
voluto tornare indietro. Ma non potevano. Non volevano. Quella era la sera,
come tante altre sere precedenti, dedicata alla periodica visita alla Madonna
della Luce. Lei le stava aspettando. Non potevano mancare.
Arrivarono
vicino alla Chiesa del Crocifisso. L’alto pino di “Papé Tunnina” gemeva sotto
il vento. Gli facevano eco gli altri alberi e le siepi. Sembrava il lamento
doloroso di tante anime in pena.
Le
due donne rabbrividirono.
-
“Mamà”
– disse mia Madre a mia Nonna – “non si vede niente!”.
-
Rispose
mia Nonna: “Non ti preoccupare, Mariula, la Madonna ci guida”.
Non
aveva finito, mia Nonna, di pronunciare queste parole, che un Luce misteriosa
si formò sopra di loro, illuminando il viale e i loro passi.
La
paura che premeva i loro cuori si trasformò in terrore. Ma la fede nella Madre
di Cristo, le sospinse in avanti.
Guidate
dalla Luce, arrivarono davanti
all’altarino della Madonna. Sostarono e pregarono. Le preghiere uscivano dalle
loro labbra a stento, biascicate, incomprensibili. Ma certamente a Lei gradite,
visto che la misteriosa Luce sostava ancora con loro davanti a quella SACRA
IMMAGINE.
Consumate
le preghiere le due donne volsero i passi per ritornare a casa. La Luce le
guidò fino al portone della Chiesa del Crocifisso, poi …, così come era
comparsa, sparì.
-
“Mamà”
--- proferì a denti stretti mia Madre, ancora in preda al terrore – “avete
visto anche Voi la Luce?”
-
“Sì,
figlia mia, l’ho vista. Maria ci ha guidate”.
Tanto
mi raccontò una sera d’inverno mia Nonna, con mia Madre che annuiva a conferma
di ciò, al calduccio (si fa per dire) delle braci di una “conca” di rame.
Ed
io non ho mai avuto motivi, come non ne ho oggi, per non credere in loro: “Ci sono più cose in cielo e terra di quante
ne sogni la nostra filosofia”.