giovedì 28 novembre 2013


Accadde più di settant’anni fa.
Aveva piovuto tutta la santa giornata. Poi verso sera spiovve. Il freddo era rimasto, intenso, pungente. Le misere lampade pubbliche a mala pena rischiaravano brevi tratti delle stradine di Ibla. A sinistra, salendo, laterale alla Chiesa di San Tommaso Apostolo, un'insegna nera, dalle rosse lettere traforate, avvisava i viandanti che quella era la "Locanda Volpo”.
Due figure femminili: mia Nonna (Antonina Figliuoli) e mia Madre (Maria Spatuzza) varcavano il cancello che immette nella “filora”. Incuranti dell’inclemenza del tempo, strettamente avvolte nei loro scialli neri, braccio sotto braccio certamente per trasmettere l’una all’altra un po’ di sicurezza e di calore, avanzavano a passi lenti lungo i viali, dirette alla “fiuredda” della Madonna della Luce, protettrice delle partorienti.
Il vento freddo sferzava in loro tutto ciò che gli scialli non coprivano: gli occhi.
Avanzavano lentamente  in un buio pesto da tagliarsi con un coltello: in quel tempo “a filora” era priva di un qualsiasi accenno di pubblica illuminazione.  
Avrebbero voluto tornare indietro. Ma non potevano. Non volevano. Quella era la sera, come tante altre sere precedenti, dedicata alla periodica visita alla Madonna della Luce. Lei le stava aspettando. Non potevano mancare.
Arrivarono vicino alla Chiesa del Crocifisso. L’alto pino di “Papé Tunnina” gemeva sotto il vento. Gli facevano eco gli altri alberi e le siepi. Sembrava il lamento doloroso di tante anime in pena.
Le due donne rabbrividirono.
-          “Mamà” – disse mia Madre a mia Nonna – “non si vede niente!”.
-          Rispose mia Nonna: “Non ti preoccupare, Mariula, la Madonna ci guida”.
Non aveva finito, mia Nonna, di pronunciare queste parole, che un Luce misteriosa si formò sopra di loro, illuminando il viale e i loro passi.
La paura che premeva i loro cuori si trasformò in terrore. Ma la fede nella Madre di Cristo, le sospinse in avanti.
Guidate dalla Luce, arrivarono  davanti all’altarino della Madonna. Sostarono e pregarono. Le preghiere uscivano dalle loro labbra a stento, biascicate, incomprensibili. Ma certamente a Lei gradite, visto che la misteriosa Luce sostava ancora con loro davanti a quella SACRA IMMAGINE.
Consumate le preghiere le due donne volsero i passi per ritornare a casa. La Luce le guidò fino al portone della Chiesa del Crocifisso, poi …, così come era comparsa, sparì.
-          “Mamà” --- proferì a denti stretti mia Madre, ancora in preda al terrore – “avete visto anche Voi la Luce?”
-          “Sì, figlia mia, l’ho vista. Maria ci ha guidate”.
Tanto mi raccontò una sera d’inverno mia Nonna, con mia Madre che annuiva a conferma di ciò, al calduccio (si fa per dire) delle braci di una “conca” di rame.
Ed io non ho mai avuto motivi, come non ne ho oggi, per non credere in loro: “Ci sono più cose in cielo e terra di quante ne sogni la nostra filosofia”.

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